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Covid e perdita di olfatto: quale legame?

Tra tutti i pazienti che hanno contratto il covid, una fetta molto grande (tra il 50 e l’80%) ha fatto esperienza di perdita dell’olfatto (anosmia) spesso con associata perdita anche del gusto (ageusia).




SINTOMI


Anche se non ancora confermato dai lavori di ricerca, sembrerebbe che un’anomala risposta immunitaria al virus sia causa del danneggiamento dei bulbi olfattivi, i primi centri dell’olfatto situati nella parte alta del naso. Questo porta alla riduzione o alla scomparsa dell’olfatto (iposmia o anosmia) e poiché le aree cerebrali dove viene elaborata la sensazione dell’olfatto e del gusto sono molto interconnesse tra loro, molto spesso si associa anche riduzione o perdita del gusto (ipogeusia o ageusia).

Questi sintomi compaiono in genere nelle fasi iniziali della malattia, insorgono all’improvviso, ma sono reversibili nel 95% dei casi, infatti entro 6 mesi olfatto e gusto ricompaiono nella stragrande maggioranza dei pazienti.


CONSIGLI PER UN PIU’ RAPIDO RECUPERO


Per un più rapido recupero dell’olfatto viene consigliato di stimolare il naso con profumi ed aromi forti, letteralmente “da annusare” più volte al giorno (come garofano, limone ed eucalipto) per indurre la riattivazione delle vie olfattive (rieducazione olfattoria).


Un’altra considerazione interessante emersa da studi clinici riguarda il valore prognostico favorevole di chi è soggetto a iposmia per covid: sembrerebbe infatti che i soggetti che perdono l’olfatto a causa del coronavirus vadano incontro più difficilmente a complicanze gravi, come la polmonite.



Ovviamente è tutto in mano alla ricerca scientifica, tanti aspetti di questa nuova malattia sono ancora da scoprire e da comprendere, ma la sperimentazione galoppa veloce e ogni giorno ne sappiamo sempre di più.

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